ABOUT

Paolo Ottone, con parole d’altri tempi, potrebbe essere definito un giovane artista  virtuoso. Egli sviluppa la sua ricerca non solo nell’ambito scultoreo, prediligendo materiali  quali il marmo o la terracotta, ma realizza anche opere pittoriche di grande effetto.
La rappresentazione della figura umana è , infatti, una sorta di comune denominatore che lo riporta a misurarsi con le diverse tecniche della tradizione artistica. Nei suoi quadri, dove la luce diventa materia, figure come apparizioni, bloccate in uno spazio rarefatto, raccontano atmosfere, umori. Cronache fatte da gesti evidenziati in una specie di fermo immagine, come fossero fotogrammi.
Fonte di ispirazione per i suoi soggetti i bar, la strada, i mercati, qualsiasi luogo in cui la vita scorre. Nella sua pacata normalita’. L’uso del bianco e nero, quasi disturbato dalla presenza di colori freddi, allontana l’immagine dalla rappresentazione fotografica, sfuocando la scena per caratterizzare attraverso i gesti o le azioni, le figure ritratte che diventano fantasmi senza volto.
Il bianco diventa luce ,momento sul quale focalizzare l’attenzione.

Luce attraverso la quale è possibile vedere, realmente e metaforicamente, distinguere forme, profonditaà, stati d’animo.
Luce che al tempo stesso vela e svela, come principio fisico che determina la corporeità, ma che al tempo stesso, in sua assenza, impedisce la visione-conoscenza.
Figure che si trasformano agli occhi del visitatore, man mano che questo si avvicina, come accade per i piccoli ritratti, realizzati con i materiali di recupero.
Così pure nelle sculture di marmo e di terracotta Polo Ottone mostra la volontà di riprendere la lezione dello straordinario “scultore della luce” Medardo Rosso, per il quale la realtà prende forma nella fusione della figura con l’atmosfera, per mezzo di una specie d’abolizione dei contorni.Ottone, mette in pratica questi insegnamenti realizzando teste antropomorfe che, grazie alla forza creativa della luce, diventano sfuggenti apparizioni, n el loro sembrare “non finite”.